In occasione del 150mo anniversario del Regno di Araucania e Patagonia
Riaffermiamo la nostra Dichiarazione di Indipendenza

Marri marri pu Lonko, pu Machi,
Marri marri pu werken, pu Ngenpin,
Marri marri pu Weupife, pu Kona,
Marri marri Kompuche.
Tourtoirac, Francia, 17 novembre 2010.

Comparendo uniti accando alla tomba di Re Orélie Antoine I, rendiamo omaggio a tutti i fondatori del Regno Costituzionale di Araucania e Patagonia.  La Casa Reale di Araucania e Patagonia ha mantenuto, nel corso degli ultimi centocinquanta anni, i diritti sovrani che le furono conferiti, nella persona di Re Orélie Antoine I, il 17 novembre 1860 ai piedi della collina di Adencul nella comunitá di Toki Kilapan. 

Allo stesso tempo, vogliamo rendere sincero omaggio alle grandi autorità della nazione Mapuche, che ricoprirono un ruolo di spicco nella creazione e nella vita del Regno.  Rendiamo, dunque, omaggio ai Toki Kilapan and Kalfukura e ai capi di Huentucol, Leviou, Melin, Millavil, Lemunao, Montri, Kulaweke, Kallfukoy, Pinto, Levin, Villumir, Leucon, Mariwal, Lefiou, Katrikura, Nawelkura, Namkuchew, Lienan, Kuramil, Puran, Reuquekura, Namunkura, Pincen e ai molti altri che onoriamo in questo giorno di commemorazione.

Portiamo con noi molti ricordi della nostra storia e il grande sciopero della fame dei 38 prigionieri politici Mapuche è ancora vivo nelle nostre menti.  Nè possiamo dimenticare i processi che molti prigionieri politici Mapuche stanno attualmente attraversando in tutto il Wallmapu.  Hanno un posto importante nei nostri cuori anche i nostri fratelli assassinati dalla polizia di stato cilena e dalla polizia del Rio Negro nel Puelmapu.  La verità è che innumerevoli atrocità sono state sofferte dal nostro popolo nel corso degli ultimi centocinquanta anni.  Non basterebbe lo spazio di un’intera enciclopedia per raccontare tutte queste attocità.

In seguito all’invasione del Wallmapu da parte di Cile e Argentina (che terminò centoventicinque anni fa), la nazione Mapuche è stata asservita dagli organismi giuridici e politici di entrambi gli Stati.  Questi si sono resi oppressori del nostro popolo e hanno depredato le nostre risorse, violando i diritti sovrani della nostra nazione con la forza delle armi, delle ordinanze legislative e delle decisioni giudiziarie.

Nelle loro rispettive Costituzioni, Cile e Argentina hanno ratificato le norme dei trattati internazionali.  Le loro Supreme Carteribadiscono l’obbligo di onorare i patti (pacta sunt servanda, ossia ‘gli accordi devono essere rispettati’).  Di conseguenza, sono obbligati ad osservare e a rispettare le norme che sono state stabilite di comune accordo con la nostra nazione.  Noi riconosciamo tutti i patti, solenni e inviolabili, che abbiamo sottoscritto insieme ai nostri vicini.  Con le loro azioni, Cile e Argentina ci hanno negato i diritti che avevamo visti riconosciuti da trattati internazionali sottoscritti prima con la Spagna e, in seguito alla dichiarazione di indipendenza, con gli stessi Stati di Cile e Argentina.

L’Argentina riconosce i popoli indigeni nella sua Costituzione ed ha ratificato la Convenzione 169 dell’OIL.  L’adozione di varie leggi, tuttavia, non annulla il fatto che i diritti dei popoli indigeni siano continuamente violati dai governi delle province e dai loro apparati giudiziari e di esecuzione penale.  E questo non può certo essere definito un fare ammenda per quanto è accaduto nella nostra storia.  Inoltre, il modo in cui certe leggi vengono applicate rasenta il risibile.  Se l’intenzione del Governo fosse davvero stata quella di fare ammenda per gli eventi passati, questo avrebbe dovuto prendersi le proprie responsabilità e dimostrare una politica coerente nei confronti delle popolazioni indigene, applicando la Legge Nazionale 26160 in via prioritaria in tutto il Paese.

La legislazione cilena, in termini di riconoscimento dei diritti dei popoli indigeni, è sempre stata meno soddisfacente di quella Argentina.  Le norme sono deboli e inutili, la Convenzione 169 dell’OIL è stata ratificata ma non applicata; le consultazioni e il dialogo sono sempre state connotate da un sapore di inganno.  Attualmente, il Congresso cileno sta lavorando al riconoscimento costituzionale delle popolazioni indigene senza nemmeno consultarle.

Oggi più che mai, la nazione Mapuche continua ad essere vittima della persecuzione e della violenza con cui Cile e Argentina mantengono uno status quo di ingiustizia, che si protrae con abusi e atrocità fin dalla fine del XIX secolo.  Questo lungo conflitto potrà essere risolto soltanto affrontando le sue cause originarie, ossia l’occupazione del territorio Mapuche, il genocidio, l’impoverimento, la discriminazione e l’impotenza a livello giudiziario a cui la nostra gente è sottoposta.

Per 150 anni siamo stati fedeli al giuramento pronunciato da Re Orélie Antoine I con le tradizionali autorità Mapuche.  Sono stati 150 anni di lotta e solidarietà.  Oggi, riaffermiamo la nostra sovranità e la nostra indipendenza, diritti che i nostri antenati, come noi, hanno continuato a salvaguardare al servizio della nazione Mapuche.  Promuoveremo questi diritti fino al giorno in cui otterremo la libertà per il popolo Mapuche, insieme ad un governo autonomo eletto democraticamente dal popolo.

Quindi, miei cari fratelli e sorelle, non dobbiamo aspettare altri centocinquanta anni.  È arrivato il momento di mettere in pratica quanto è stato stabilito nella Dichiarazione ONU dei Diritti delle Popolazioni Indigene, in particolare in termini di autonomia ed autodeterminazione.  Otterremo questo restando sempre uniti, rispettando le nostre reciproche differenze e qualità, con i nostri difetti e le nostre virtù, senza perdere la speranza, senza indebolirci, finché avremo ristabilito la nazione Mapuche con i suoi legittimi diritti.

Marrichiweu!

Philip
Principe di Araucania e Patagonia

Tourtoirac, 17 novembre 2010

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Tradotto da: Clizia Motterle
Mapuche International Link

 

 

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